Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/25

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22 SOFOCLE

Durante le ultime parole del Coro, Edipo esce dalla reggia.

edipo
Tu implori: ed otterrai, sol che tu voglia
prestare orecchio ai miei consigli, e accoglierli,
220ed il morbo curar, quello che implori:
un conforto dei mali ed un sollievo.
Odilo or tu: ché, del misfatto ignaro,
e d’ogni voce, andrei poco lontano,
se qualche indizio non potessi cogliere.
225Fra i cittadin di Tebe ultimo io giunto,
a voi tutti, o Cadmèi, questo proclamo.
Chi di voi sa da quale man fu spento
Laio, il figlio di Làbdaco, gl’impongo,
che tutto a me disveli. E se l’accusa
230contro sé stesso alcun per tema asconde,
sappia che nessun male ei patirà,
e illeso andrà da questo suolo in bando.
Se d’altra terra poi fu l’assassino,
chi lo conosce, non sia muto: avrà
235da me compenso, e grazia avrà per giunta.
Ma se tacete, e se, temendo alcuno
per l’amico o per sé, spregia i miei detti,
oda dal labbro mio ciò ch’io farò.