e vario destino a ciascuno,
nel cozzo di guerre, il grande Are
serbava, che a corso propizio
reggeva le briglie. 160Poiché sette duci, schierati
ciascuno dinanzi a una porta,
di fronte a un campione, lasciarono,
a Giove trofeo, tutte l’armi.
Soltanto i due miseri figli 165d’un grembo, d’un padre, le lancie
entrambe vittrici, appuntando
al seno un dell’altro, retaggio
di morte comune riscossero.
Antistrofe II
Or, poiché giunse Vittoria, la Dea glorïosa 170che le sue grazie a Tebe, famosa pei carri, concesse,
cessate le guerre, conviene
cercare l’oblio,
ai templi dei Numi conviene
che accedano tutti, che danze 175per tutta la notte s’intreccino.
E Bacco, onde il suolo di Tebe
sussulta, ci guida.
Ma vedi che il re della terra,
figliuol di Menèceo, Creonte, 180novello Signore, per queste
novelle vicende che i Numi
ci mandano, appressa. A qual porto
volgea dei disegni il remeggio,
che tutti qui volle, col bando 185d’un unico araldo, che questo
consesso di vecchi raccolse?