Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/310

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1053-1080 ANTIGONE 307

Il furente rigoglio
stilla cosí di sua demenza. E apprese
1055che nel suo folle orgoglio
lanciati oltraggi a un Nume avea. Ritegno
alle femmine infuse
del Dio porre voleva, e il fuoco bacchico
spengere; e delle Muse
1060del flauto amiche provocò lo sdegno.

Strofe II
E presso le cerule rocce del duplice mare
le spiagge si stendon del Bosforo,
Salmidesso si stende, ove Marte
che presso dimora,
1065la piaga mirò maledetta
che accecava i due figli di Fíneo54.
L’aprí la selvaggia noverca
con le mani cruente e le cuspidi
delle spole; e nell’orbite cieche
1070s’annida vendetta.

Antistrofe II
Piangeano, struggendosi, miseri!, la misera pena,
retaggio per essi del talamo
della madre infelice. E progenie
pur era d’Erèttidi,
1075e in antri remoti cresciuta,
fra i nembi paterni, la figlia
di Borea, l’emula, in ripidi
sentieri, ai cavalli, la prole
di Numi; e pur, lei prosternarono
1080le Parche longeve.