Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/328

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1382-1397 ANTIGONE 325

corifeo
Ah, come tardi la giustizia porgi!
creonte
Tapino, ho appreso, e col mio danno. Un Dio
allor dell’ira sua col peso grave
1385mi colpí, mi batte’ per vie selvagge,
ogni mia gioia sotto i pie’ travolse.
Ahi, dei mortali, ahimè!, vani travagli.
messo
Come colui che in man denaro, e in casa
ha beni, o re, sei tu: ché questi mali
1390tu medesimo rechi, ed altri, sembra,
tu ne vedrai, come tu in casa giunga.
creonte
Che annunci? Un mal dei mali anche peggiore?
messo
Morta è la sposa tua, la madre, o misero,
di questo morto: s’è trafitta or ora!

creonte
Antistrofe I
1395Oh porto implacato d’Averno,
ché tardi ad accogliermi?
E tu, che le nuove crucciose