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Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/329

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326 SOFOCLE 1398-1418

recasti, che dici?
Ahimè, che tu finisci un uom defunto!
1400Che dici, o figlio, che novelle rechi?
Ahimè, ahimè,
ché d’una donna la cruenta morte,
or s’aggiunge alla mia misera sorte!
S’aprono le porte e si vede Euridice spenta.
corifeo
1405Veder tu puoi: ché nulla è piú nascosto.
creonte
Ahimè!
Quale, o misero, veggo altra sciagura!
Che sorte ancor, che sorte ancor m’attende?
Tra le mie mani il figlio or ora m’ebbi,
1410e questa nuova salma a me dinanzi
or veggo: ahi ahi, madre infelice! Ahi, figlio!
messo
Presso all’altar, d’acuta lama spenta,
le pupille costei nel buio sciolse,
pianti levando per la bella morte
1415di Megarèo58 già spento, ed or d’Emóne.
E contro te per ultimo imprecò,
che tuo figlio uccidesti, infausti eventi.
creonte
Stofe II
Ahimè, ahimè!
Per il terrore abbrivido.