Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) III.djvu/145

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142 SOFOCLE 448-459

LICA
Di’ pur che vuoi: la lingua non mi manca.
VECCHIO
La prigioniera che adducesti in casa...
Intendi quale?
LICA
                              Sí: perché dimandi?
VECCHIO
Quella che come ignaro or or guardavi,
Iole dunque non è, la figlia d’Èurito,
a te commessa, come pur dicevi?
LICA
A chi? Chi mai sopravverrà, per farsi
mallevadore che da me l’udí?
VECCHIO
A molti cittadini, e in mezzo all’àgora
dei Trachinii, l’udí tutta una folla.
LICA
D’averlo udito, dissi; e riferire
e affermare, non son tutta una cosa.