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sarei, se contro il mio sposo, colpito
da tale malattia lanciassi il biasimo,
contro costei, d’una colpa partecipe
che scorno o male non arreca a me.
Ciò non sarà; ma tu, se la menzogna
apprendesti da lui, non puoi vantarti
di tale scuola: se tu stesso a te
fosti maestro, per parere un buono,
un tristo sembrerai. Su, dimmi il vero:
ché taccia grande è per un uomo libero
esser detto bugiardo; e invano infingerti
tu tenteresti: sono troppi quelli
a cui parlasti, e tutto a me direbbero.
Se poi paventi, il tuo timore è vano:
ché solo il non saper potrebbe affliggermi.
Il sapere ti par cosa terribile?
Altre donne12 non fece Ercole già
sue spose, quante verun uomo? E niuna
di quelle, contumelia udí da me,
né malvagia parola; e neppur questa,
per quanto egli d’amor per lei si strugga;
ché io la miro, e gran pietà mi vince,
poiché la sua beltà trasse a rovina
lei, la sua patria, misera, perdé,
senza volere, e a servitú costrinse.
Ma dove spira di fortuna il vento
corran gli eventi: io dico a te che ad altri
tu mentisca, ed il vero a me confidi.
CORO
Bene ha parlato: ascoltala: di lei
dovrai lodarti; e anch’io ti sarò grata.