Pagina:Trattati d'amore del Cinquecento, 1912 – BEIC 1945064.djvu/156

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III

1

SONETTO

di Lodovico Dolce a Giuseppe Betussi

Betussi, mentre iniqua e fera stella a me d’esser con voi vieta e contende, del vostro alto valor tutto m’accende la fama, che fin qui suona e favella.

Questa m’apporta dolce, alta novella del bel lavor, cui la man vostra intende, per aggradir il mondo che lo attende, e far la nostra etate adorna e bella.

Oh fortunato! Ché, di lode vera cinto e con salde piume alzato al volo, vivrete ancor fra noi mille e miU’anni.

Io pur, lontan da la mia patria altera, men vo lungo la Brenta afflitto e solo, lagrimando d’Amor e de’ miei danni.

2

RISPOSTA

di Giuseppe Betussi a Lodovico Dolce

Dolce, provo io fortuna acerba e fella, che ’l suo venen tutto a’ miei danni spende e, togliendomi a voi, tanto m’offende quanto ornate la nostra alma favella.

Ma io tenuto sono eterno a quella fama che del valor vostro risplende, e ’n ogni parte insidie e reti tende, facendo ogni cor servo, ogni alma ancella.

Beato voi, poi che, di gloria intiera coronato, spiegate illustre volo, a la morte facendo aperti inganni.

Io, segno ai colpi d’aspra sorte e fiera, qui talor nel sen d’Adria mi consolo, e tempro, come io posso, i gravi affanni.