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156 trattati d’amore del cinquecento


ch’essi non amano donna che abbia trapassato il segno di quarantanni, se per aventura la sua bellezza non fusse tale che ella non fusse, punto o qualche poco, smarrita da quella della sua giovinezza. Altramente chi s’avolge negli abbracciamenti di vecchia, lo fa per utile o per consuetudine. Per utile, quando i giovani o non spendano il loro o veramente ne avanzano; per consuetudine, quando, legati insieme, non possano a volontá loro guardarsi l’un dall’altro. E, se cotal amore procede perfino alla vecchiaia dell’uno e dell’altro, non diremo giamai che egli si possa con propria voce appellare «amore», perché, per la consuetudine, quell’ardente desio si converte in estrema «benivolenza»; laonde non cade piú tra l’uno e l’altro quella contentezza e quella dolcezza che sente uno amante dell’altro, essendo giovani. Chi dirá adunque che l’amor giovanile non sia piú grato e piú da seguitare?

Silio. Confermerei tutte le vostre parole, quando io non sapessi ch’i giovani in questa materia son fallaci. Hanno poca pratica nel governo e non si contentan mai; e tanto dico di noi quanto delle donne, favellando generalmente.

Panfilo. Ragiono di giovanezza atta e convenevole a questo essercizio. Perché il frutto acerbo lega i denti e il molto maturo dispiace altrui, sempre si debbe di tutte le cose elegger il mezzo. È ben vero che si trovano alcuni, i quali, piú tosto trasportati da strano appetito che da regolata considerazione, giudicano che la donna amata non debba trapassar i quattordici o diciott’anni, perché ella in quel tempo è sul fior della sua bellezza ed è di piú contento e piú atta, dicano, alle nostre consolazioni.

Silio. Si veramente, perché esse, quasi gemme, rilucano negli adornamenti loro: ogni lor atto, ogni riso, ogni guardo, ogni movimento vezzosamente fatto riempie altrui l’anima di gioia inusitata.

Panfilo. A me non piacque giamai cotal opinione, anzi sempre ho veduto elegger il mezzo, cioè la donna che abbia venticinque anni, perché ella in quella etá, fermato il giudicio, val molto piú che la fanciulla di dicianove o diciotto non vale.