Pagina:Trattati d'amore del Cinquecento, 1912 – BEIC 1945064.djvu/180

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d’altro, ricrearsi. Ma, quando io per me medesimo vo considerando i pericoli che soprastanno a’ mortali per troppo fidarsi, consigliarci che l’innamorato non tenesse pratica alcuna. Troppo crede colui che, sanza altramente pensare al futuro, si confida dell’amico. Molti, sotto ombra di consigliarti, molti, sotto velame d’esser pietosi del tuo male e apparecchiati a porgerti rimedio, cercano d’intender quel segreto che tu hai racchiuso nel core: il qual inteso, ogni macchina da te, con tempo e con estrema fatica, fabricata, in un punto rovina: perché questo lo dice a quello e quell’a quell’altro; laonde altro non te ne segue che danno, incominoditá e disonore. E veramente colui, che desidera che una cosa non venga a luce e che non si sappia, non la dica giamai. Ècci poi quest’altro disturbo: che l’amante che ha molte amicizie, come troppo conosciuto, non può cosí copertamente operare come un altro farebbe che non avesse molta conoscenza. Puossi adunque dispiacere in questo caso all’amata, perché ella, come sospettosa e insieme gelosa dello onor suo, vedendoti oggi con questo e doman con queU’altro, facilmente si persuade che tu, per darti riputazione, essend’ella di grado, la abbia scoperta agli amici, e che per aventura talvolta tu le vada innanzi con loro perché essi la vegghino. Laonde assai meglio è osservar il volgato precetto, cioè «solo e secreto»; perché colui sará secreto che è solo, e colui sará solo che è secreto. Oltra che, l’amata, vedendo solo colui che ella ama, lo giudica prudente e desideroso della fama e del buon nome di lei.

Silio. Veramente che questa opinion vostra non mi satisfa molto. Perché comunemente si dice che all’amante si ricerca un solo amico, col quale egli possa consigliarsi e deliberarsi nelle sue dissaventure, e cosí all’incontro ne’ contenti allegrarsi; perché egli suole avenire che negli affanni i conforti dell’amico scemano il duolo e nelle allegrezze accrescano la letizia, satisfacendo interamente l’animo, si che elle poi non appaian di fuori. Appresso questo, l’amico porge aiuto e rimedio ove bisogna: e, in veritá, che cosa è piú soave che aver nel mondo un altro se medesimo, al quale si possa interamente scoprir il