Pagina:Trattati d'amore del Cinquecento, 1912 – BEIC 1945064.djvu/229

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trasformazione hanno favellato tante volte e cosí leggiadramente si messer Francesco Petrarca, si il reverendissimo Cardinal Bembo. La quale, perché non si può fare se none ispiritalmente, quinci è che in cotale amore non hanno luogo principalmente se non i sentimenti spiritali, cioè il vedere e l’udire, e piú assai, come piú spiritale, la fantasia. Bene è vero che, disiderando lo amante, oltra questa unione spiritale, ancora la union corporale per farsi piú che può un medesimo con la cosa amata, e non si potendo questa fare, per lo non esser possibile che i corpi penetrin l’un l’altro, egli non si può mai conseguir questo suo disiderio, e cosí non arriva mai al suo fine, e perciò non può amar con termine, come io conchiusi di sopra. E, benché intorno a questi due amori si potessero dire infinite cose, a me è assai aver dette quelle che bastano a mostrare la conchiusion mia esser verissima.

Varchi. Piacemi sommamente tutto quello che avete detto, e mi avete ripieno di una dolcezza ineffabile. E, benché mi nasca qualche dubbio intorno alle cose dette da voi, tuttavia sono dubitazioni leggiere; e sopra il tutto mi è piaciuto il vedere che, non solo avete Ietto Filone [Leone ebreo], ma intesolo e tenutolo a mente.

Tullia. Deh! per quanta affezzion mi portate, poiché séte entrato in Filone, ditemene la opinion vostra ed il giudicio che voi ne fate.

Varchi. Non mi sforzate, vi prego, a questo, ché sapete che ogniuno ha le sue opinioni ed albagie.

Tullia. E questo è quello che io cerco di sapere.

Varchi. Non ve ne curate, se mi amate.

Tullia. Perché?

Varchi. Percioché io favello liberamente e non posso dir se non quello che io intendo, ed oggi non si usa né bisogna far cosí; onde, se si risapesse poi, so bene io quello che direbbono molti.

Tui.lia. Quanto piú mel negate, piú me ne cresce la voglia. Noi siamo tra noi, e di qui non ci ha ad uscir cosa che ci si dica. Si che ditelomi, per cortesia.