Pagina:Trattati d'amore del Cinquecento, 1912 – BEIC 1945064.djvu/303

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e, quando vai alle fenestre, non menar teco alcuna delle tue damigelle, e, se per non dar sospetto non puoi far di manco, mena teco la Veronica, nella quale, per essere brutta, non è cotanto dubbio. Cosi, nello andare a messa e altrove, conforta sempre la signora a gir piú tosto in compagnia di madonna Filippa che d’alcuna altra, per aver la figliuola che non è molto apariscente; e sará una astuzia, che al paragone di queste brutte la tua bellezza verrá a parer maggiore.

Maddalena. Certo che voi dite il vero. Ma di quanto avevate dubbio, ch’io palesassi i miei piaceri, non accadeva, percioché io ho quel piacere in narrargli a voi che narrandogli a qualunque mia cara compagna mi potessi avere, non avendo io persona che piú di voi cara mi sia.

Coppina. Guarda, figlia...

Maddalena. Egli è vero per questa croce.

Coppina. Spergiura che tu se’.

Maddalena. Mi tentate.

Coppina. Non hai chi piú caro ti sia?

Maddalena. Dico da dovero.

Coppina. Misero amante, se quel che odo io sentisse! Fortunio dove resta?

Maddalena. Tutti e tre siamo a una bilancia. Benché io potrei dire amendue, per essere egli ed io una anima in due corpi, anzi tutti e tre siamo una cosa stessa.

Coppina. Pur non è paragone allo amor di Fortunio.

Maddalena. Gli è troppo vero.

Coppina. Tu hai veramente ragione, ché il valore, la gentilezza e la grazia sua, oltra la bellezza, meritano, non che tu l’ami, ma che ’l mondo lo adori.

Maddalena. Queste sue divine qualitá mi levano gran parte de’ miei contenti, e fanno molte volte ch’io desideri in lui cosa che per tutto l’oro del mondo poscia non vorrei.

Coppina. Che brami, per tua fé?

Maddalena. Temo fin degli uccelli che volano per l’aere.

Coppina. Maddalena, figliuola, spogliati il manto della gelosia, se non vuoi sempre languire.