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38 trattati d'amore del cinquecento


cose replicate sogliono recar noia. E sapete di che sareste ragione?

Baffa. E di che?

Raverta. Di farmi alle volte da per me contradire, perché la memoria, di soverchio travagliata, talora non potendo reggersi, esce dei termini.

Baffa. Di questo non dubito giá io.

Domenichi. Contentatela, signore, poiché non si ha da compiacere altri che lei sola: riditele il tutto, se non basta questa parte, non solo una volta, ma due e tre e quanto vuole.

Raverta. Poiché mi consigliate voi ed a lei cosí piace, sia fatto. E però vi ritorno a dire: che avete da sapere assai differente essere l’amor nostro verso Dio, da quello ch’è il suo verso noi, perché, se Iddio è amante, non si presuppone che in esso sia difetto alcuno, né che ne ami per esser fatto partecipe d’alcuna cosa che sia in noi; anzi si fa di noi amante, per farne parte di quello che a noi manca. Perché non solo egli è perfettissimo, ma l’istesso perfetto, e di nulla ha bisogno. E però in lui non è desiderio, né può essere, essendo desiderio di cosa che non si possiede. Di qui anco nasce che l’amor suo non è simile al nostro, percioché noi siamo mortali, e, sí come uomini che siamo, ci conviene amare tutto che possiamo diventar sapienti. Ma l’origine non solo de’ savi, ma della sapienza è Dio, ed è in lui di maniera che l’amor di Dio verso le creature non può essere simile al nostro, e meno è desiderio. Conciosiaché in noi l’amor nasca di esser fatti partecipi d’alcuna cosa buona che ci manca, e quello d’iddio di parteciparne, essendo in lui tutta la perfezzione.

Domenichi. Credo ben io che cosí sia come dite, ma che ama dunque egli, s’è piú di noi amante?

Raverta. Quello che a noi manca, e non ciò che manca a lui, non avendo egli di cosa alcuna mistiero. E però ama il nostro bene e cerca di veder noi, che siamo sue fatture, ornati di quel buono che in creatura perfetta si può comprendere.

Domenichi. Se questo affetto lo movesse ed avesse caro di vedere in noi ciò che dite, essendo egli creatore di tutte le cose, come è, non potrebbe senz’altro farci tutti perfetti?