Pagina:Trattati del Cinquecento sulla donna, 1913 – BEIC 1949816.djvu/137

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doglia 131


per terra senza alcun ordene, percioché va serpendo per vie dumose, inculte, orride e piene di puzza e di fetore, abitando nelle profonde caverne e fossi della scurissima terra. Pertanto, conoscendo io che la natura del serpente è frigida, il che gli è contraria dote al vivere nostro, giudico che la donna è di tal natura: perciò ancora dico che gli è contraria alla vita nostra, non altrimente che la vipera, overo idra e basilisco, over scorpione, quali son contrari alla natura umana. Pertanto, grazioso mio lettore, da queste mie parole facilmente comprenderai il regno della tua donna; perciò accorto trascorerai quanto scrivo. Dicessi che in India si trovano serpenti di tal grandezza, che facilmente ingioteno un buoe sano e l’uomo ancora: con quali avendo la donna il regno, quanto si debbe fugire quietamente tu pòi considerare. Perciò, essendo tale, seco vi si perde l’anima ed il corpo; ma, accioché meglio possi intendere qualmente la donna regna equalmente col serpe, prestami l’animo quieto alle infrascritte ragioni, perché cosí conoscerai quanto la donna è uniforme al detto animale e come di tutti dua vi è un medesimo regno. La donna ha la proprietá nella sua testa a guisa di quel serpente che con le sua come inganna gli uccelli, percioché orna il suo capo, come sai, piú d’ogn’altra parte, scondendo il resto del suo corpo, e forse impiagato. Sí che, o gioveni furiosi, guardatevi delle sue corna! Ha due teste in modo di quel serpe che ha una testa nel busto e l’altra nella coda; nondimeno quella, che vi sta nella coda di qual vòi donna, è molto piú orribile di vedere, che non è di quel serpe per nome chiamato «anfisbena». Oh, quanto è simile alla varietá di quei colori di quel altro serpe, il qual ha macchiata tutta la sua pele de diversi colori! Perciò quanti vari colori porta la donna! Son certo che giá vi par di vedere che abbia consumato la purpura di Levante, li ingegnevoli lavori d’Africa, i superbi reccami d’Italia, la grana di Vinegia, Genoa, Napoli, Fiorenza e Milano, d’ogni sorte di tagli, divise e lavori, che assai piú costano che non fa il preciosissimo drappo. Sí che me persuado che tu sai quanti inganna la donna con le sue fogge e vari colori, percioché ritarda i gioveni e vecchi, piú che non sòl tardare gli animali