Vai al contenuto

Pagina:Trattati del Cinquecento sulla donna, 1913 – BEIC 1949816.djvu/207

Da Wikisource.

pena 201



Socrate. Vibrar di lingua.

Biondo. Non senza cagion, versando le lagrime dagli ochi, piansi un tempo, bagnando il mio petto sinistro dal lato di drento e di fuori. Non senza cagion, stando nel buio, stava con gli occhi chiusi, anzi non curava chi urtando me chiamava, o chi mi accendeva d’ira, perché era diventato come il piombo, che non curra la botta di martelo; ed era a guisa di quel legno che non stima il foco, venendo dal tronco verde. E ciò non per altra cagione, salvo per quel vibrar di lingua della mia donna, a modo di uno venenoso serpe, benché alcuna volta, alli dua concordi, tal moto si conviene della sua lingua. Imperò il savio vecchio, amaestrando il mio maestro, dice che, per unione e concordanza di maritati, si ricerca fra l’altre convenienze il velocissimo moto di lingua, percioché la lingua è quel membro, nel quale natura pose la proprietá del gusto, e fecelo piú suave nel veloce moto: pertanto tal moto veloce fu detto altrimente il «vibrare». E, perché questo termine gli è inproprio a l’uomo, ed è un detto conveniente piú a’ venenosi serpenti che a l’uomo, pertanto, contemplando parte per parte, vi dechiararò ancora che cosa vòl dire «vibrar di lingua». Si legge che, per natura, serpenti moveno la sua lingua con tanta velocitá, che quasi il tempo del moto al moto non si diserne, perciò tal velocissimo moto dicono «vibrar di lingua». «Vibrar» ancora vòl dire quando uno che tira d’un dardo, scorla il suo braccio per trar di lunga: nondimeno gli è molto piú proprio al serpe che non è a l’uomo. Ma, lassando a chi piú conviene, mi pare che abbiamo a vedere che cosa importa quella velocitá, dimandata «vibrar di lingua», perché non senza la gran cagione si cerca fra maritati il vibrar di lingua, a uso di serpenti; perciò dal contemplare del vibramento serpentino descenderemo a quello della donna. Mi pare che la provida natura dotoe il serpe de gran veneno, e fra gli altri lochi ordinoe che ’l stesse sotto la lingua, ed è il