Pagina:Trattati del Cinquecento sulla donna, 1913 – BEIC 1949816.djvu/266

Da Wikisource.
260 iii - il libro della bella donna


dare le sue acque a questa donna, e perché ci avete addutto in mezo certe vostre ragioni, poco lodevoli nel vero. Deh! ditemi per cortesia: credete voi di trovarne pur una, e parlo pure delle belle, che non abbia almeno qualche sorte di odorifere acque, con le quali si bagni il delicato ed amoroso suo viso? Io, per me, non giudico che ve ne sia una. Adunque, se non ve n’è una, l’usanza è contra la vostra prima ragione ch’avete usato perché non sia concessa acqua niuna delicata a questa donna: e volete voi disfare questa usanza? Poi ci avete detto che le interdite l’antedette misture perciò ch’ella non è puzzolente e non si mostra d’essere tale che n’abbia bisogno. Oh! signor Pietro, egli mi pare ch’avete un gran torto, peroché gioveni vaghi e donne innamorate, che si dilettano di portare addosso i suoi zibetti ed ambracani, non gli portano perché essi sieno quel mezo per lo quale a loro sia tolto il puzzo, di che elle non vanno punto ingombrale, ma gli portano sí per vaghezza e perché eglino sono una buona cosa. Laonde io vi consiglierei a non tôrre queste cose alla donna nostra, la quale, se vi vedrá cosí duro ed ostinato in volerle negare ciò che sommamente le piace, tenete certo ch’essa vi avrá quell’odio, che veggiamo che si suole avere alle serpi e alla veritá nelle corti. Oh, come — soggiunse poi — è vero che al compagno sovente quello si niega che non aremmo in piacere ch’egli a noi negasse giamai! — A ciò fattosi bello, quasi animoso sparviere che levar vegga o anitra o colomba, il signor Pietro rispose: — S’io non persuado alle Signorie Vostre che a questa donna ed odorate acque e zibetti non si convengono in modo niuno, veramente io non so qual cosa, ch’io mai potrò a quelle persuadere alla mia vita. E poi, rivolto al signor Ladislao, disse: — Se le mie ragioni infin ora usate non vi paiono pesate e degne di essere ammesse, non giudicate altramente delle vostre in contrario mandate fuori pur ora. Chè, dove dite ch’io non debbo disfare l’usanza, commune di tutte le belle, di bagnarsi il volto con odorate acque, e tacete perché, voi mi avete fatto ridere un poco; perché nel vero il parlar senza ragione non piace a persona di mente sana. E, se vorrá l’eccellente dottore dir il vero, egli ci dirá che i