Pagina:Trattati del Cinquecento sulla donna, 1913 – BEIC 1949816.djvu/275

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libro secondo 269


animali che vivono d’odore, hanno detto ciò intendendo che ivi gli uomini per tal cagione, oltra che vivono piú tempo, vivono ancora piú lieti e sani, ché questa tale è veramente vita. Questo è falsissimo, perché è cosa certa, come gli autori piú su citati mi mostrano, che questi popoli non hanno bocca, e, non avendo bocca, bisogna credere che vivano díodore veramente, e non piú tempo e piú lieti e sani. — Aveva avuto fine il ragionare dell’eccellente dottore, quando il signor Pietro, voltosi a lui umanissimamente, gli disse: — E’ mi pare che Vostra Eccellenza abbia avuto dubbio, in tutto il parlar suo, ch’io non scendessi ad esserle conforme in concedere queste rose, fiori, viole e gigli, insieme con qualche vago ed aurato pomo, alla donna; e però n’è ricorsa ad aita a questi gentiluomini, come s’è veduto. Io, per discoprirvi il secreto dell’animo mio, signor dottore, quell’istesso sento che n’avete sentito voi, e, se in qualche particella discordo, che meraviglia n’è? Quanti sono gli uomini, tanti sono i pareri. — Oh! io lo veggo che voi volete con queste vostre moine trovare una certa via e modo, che io non vi abbia a ribattere quanto siete per dire contra me; ma incominciate, ch’io non ve la perdono, no, — rispose l’eccellente dottore. — A cui il signor Pietro: — La picciola discordanza, ch’io tengo con voi, è ch’io ho per fermo che questi odori ancora, che voi ci avete detto essere ricreativi e nutritivi e buoni affatto e convenire alla donna, ponno cagionare poco bene alle volte. — E come? — dissegli il signor dottore. — Perché — rispose il signor Pietro — io truovo che i giardini ameni sono come zolfanelli, e mezani di farci divenire incontinenti e lascivi. Né senza cagione è che ’l grande oratore Cicerone, mentre che gittava in occhio l’adulterio al reo suo nemico, volle descrivere gli ameni luoghi, dove fosse suto commesso ciò, come stimoli e sproni al peccare. Quel, che fece Tiberio imperatore e cesare, luogo tanto delizioso ed ameno, dove egli per diporto usava di gire, io mi credo che pur uno non vi sia che noi sappia. E, per venire al punto, come ciò si potrebbono indurre ad operare queste sí vaghe chiostre, se non vi intervenissero gli odori delle rose, de’ fioretti, de’ gigli, e violette, che commendate in questa donna? — Veramente