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Pagina:Trattati del Cinquecento sulla donna, 1913 – BEIC 1949816.djvu/288

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282 iii - il libro della bella donna


sí fatti ingrati non sarebbono degni di ritrovarsi sopra la terra? Sí certo. Similmente sono contro di Dio ingrate e sconoscenti tutte quelle donne, che, non contentandosi della naturale faccia, adoprano il liscio. Peroché il prenze c’ha tanto oro è Dio, in cui sono rinchiusi tutti i tesori; il dono di centomila scudi egli è la vita, che hanno da lui tanto cortesemente; i mille mendici, carichi di fango sono le donne nate e concette nel peccato originale, come noi e, come noi, di limo create; i coeredi sono pur ristesse, le quali da Dio sono state formate affine che con Giesú Cristo, unico di lui figliuolo, abbiano eternamente a godere delle delizie del paradiso. I mendici, c’hanno gli scudi d’oro, sono quelle donne che, oltre alla vita, impetrano ancor la bellezza dal sommo Iddio. Quelli, che gli hanno d’argento, sono quelle che con la vita riportano tanto di bruttezza, paragonate con le belle, quanto ne riporta l’argento, agguagliato all’oro. Quegli ardiscono di porre la mano al suo benefattore addosso, e dire che vogliono anch’essi gli scudi d’oro e non d’argento; cosí quelle fanno, quando col belletto mostrano di volere bellezza, appresso la vita concessa loro benignamente dal cortesissimo e prudentissimo Governatore dell’universo. Grande è adunque il danno dell’anima di queste donne si fatte, e, infino ch’esse non si rappacificano col Creatore, sbandendo e rosso e bianco e moscate acque e quel tutto che lo può offendere, che se ne dee sperare? Ma io pure spero che, veggendo esse senza queste cose e pura qual colomba la donna nostra, che meza è formata (da che la integritá nostra consiste nell’anima e nel velo, che è questo corpo), si ravederanno, e, ravedendosi, quasi chi ha smarrita la strada e torna indietro, torneranno a miglior senno, e sforzerannosi ancora, non potendo l’infinita bellezza esteriore, d’imparare la interiore, che tosto le siamo per concedere e perfettamente donare. E perché non debbo io sperar questo? Sono pur le donne tanto pronte e gagliarde al bene quanto al male: pure in loro si mostra un ardentissimo disio di salvarsi, e, se peccano, peccano piú per semplicitá ed ignoranza; nè sono, e so ben io che non erro, pigre e tarde a caminare per la via d’onore e di salute, qualunque