Pagina:Trattati del Cinquecento sulla donna, 1913 – BEIC 1949816.djvu/295

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libro terzo 289


la bella romana, di cui si legge che, essendo nata una gara tra Collatino, suo caro marito, e Sesto Tarquinio ed Arunte ed altri della casa del re Tarquinio superbo, al tempo ch’egli teneva l’assedio intorno Ardea, quale di loro avesse la piú sollecita, onesta e buona moglie, e perciò saliti a cavallo e inviati verso Roma e poi verso Coilazio per chiarirsi, ella fu cólta da loro non, come dianzi le nuore reali, fra canzoni, salti, banchetti e carole, ma sì (o anima veramente degna d’impero assai e di lode eterna!) dare opera con le sue ancelle, e forse a quest’ora o poco piú tardi, alla lana ed alla conocchia. Catullo nell’Argonautica mostra essere stato usanza della nutrice e baila della madre del feroce Achille, Tetide, di recarle ogni mattina il filo ch’essa la sera aveva filato, perché seguisse e n’andasse dietro. E lasceremo Minerva noi, pur detta «la dea dell’armi» e famosa al pari d’ogni altra? Questa non vinse ogni ricamo, ogni lavoro, per bellissimo ch’egli fusse? Ma lo invillupparsi nelle favole io so che proprio è un tôrre la fede alla veritá; e però, lasciata Minerva, a cui (presupponendosí che vero non sia quanto si scrive) pure le si dá l’ago e la tela, come a lei convenevole cosa, passiamo alla conclusione di ciò, e diciamo che sconvenevolezza niuna no, ma sì bene onore e pregio, l’ago, il fuso, la conocchia e l’arcolaio potranno arrecare a questa donna in ogni tempo, in ogni etate. — Potè, con queste parole ed altre simili, assai il signor Ladislao mutare di proposito tutti, sí che pur uno non fu che non li desse largo consenso. Il perché egli poi soggiunse arditamente e tutto allegro in questa maniera: — Quando ch’io leggo appresso Virgilio di Circe tessente e di Penelope in mille luoghi per gli autori, come appresso Omero, Ovidio, Giuvenale, Properzio ed il Bembo, io non posso non essere di parere tale, che io giudichi dover apportare anzi laude il pettine della tela ancora a questa donna che no. E, sí come la goffa e quasi mendica femina, che si leva appresso Virgilio la notte a filare, e la vecchiarella appresso il Petrarca, non hanno potuto oprare in voi sí che, per esser ufficio di loro questo, voi noi lasciaste anco alla donna nostra, cosí io vi prego che, avenga che il tessere oggi sia arte delle bisognose per lo piú, non però vi cada in animo di volere