Pagina:Trattato de' governi.djvu/233

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Ma perchè nel primo trattato di questa dottrina noi dividemmo gli stati, ponendone tre retti, cioè il regno, l’ottimate e la republica, e tre li trapassati dai retti, cioè la tirannide del regno, li pochi potenti dagli ottimati, e il popolare stato della republica: e dello stato ottimate, e del regno s’e parlato (conciossiachè il trattare della republica ottima non sia altro che trattare di questi due nomi, perchè l’un modo, e l’altro vuol essere composto con avere l’altre cose a sufficienza per via di virtù); e ancora s’è detta la differenza che è infra il regno, e lo stato degli ottimati, e ancora s’è determinato innanzi dove stia bene fare il regno; restaci però al presente a discorrere di quel modo di governo, che col nome generale è chiamato republica, e poi degli altri stati: cioè dello stato dei pochi potenti, del popolare e della tirannide.

Ed è manifesto di questi stati, che si partono dai buoni, qual è il pessimo, e qual è nel secondo luogo di malizia. Chè egli è di necessità, che pessimo sia quello che si parte dal primo buono, e divinissimo. E il regno è necessario, o che non essendo in fatto, abbia solamente il nome, o che e’ sia constituito per via d’una eccellentissima virtù di chi è re. Onde conseguita, che la tirannide, che è il pessimo stato, dell’essere republica sia molto lontana, e che dopo le seguiti lo stato dei pochi potenti; imperocchè lo stato degli ottimati da questo è molto dissimile, e che comportabilissimo sia lo stato popolare.

È bene innanzi a me stato chi ha racconto le specie dei governi nella maniera simile, ma non ha già avuto l’occhio