Pagina:Trattato de' governi.djvu/293

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i loro figliuoli giovani negli esercizî dei fanti leggermente armati, e che gli scelti d’essi giovani sieno capi d’essi esercizî, e fare partecipe il popolo del governo, ovvero (siccome io ho detto innanzi) per via del censo, ovvero come s’usa in Tebe, poi che ei s’è astenuto qualche tempo dagli esercizî vili; ovvero come s’usa in Marsiglia, con fare giudizio ogni tanto tempo di chi è degno d’entrare nel governo, e di chi è degno d’uscirne.

Ancora ai magistrati principali, che sono nel governo, si debbe constituire certi carichi; acciocchè il popolo volentieri se ne astenga, e abbia compassione a chi gli ha, come a chi abbia in tali a sopportare grandi spese. Sta bene che chi entra nei magistrati faccia li sacrificî magnificamente, e ordini qualche pasto al popolo; acciocchè esso partecipando di quei conviti, e veggendo la città adornata parte di statue, e parte di edificî, si contenti di riguardare quel governo. E interverrà ancora in questo modo, che li ricchi aranno memoria della liberalità loro. Ma questo non si fa oggidì da chi governa gli stati stretti, anzi tutto il contrario; conciossiachè ei cerchino non meno l’utile che e’ si faccino l’onore: onde si può dire più veramente che tali stati sieno stati popolari piccoli. Qualmente adunche si debbino assettare gli stati popolari, e dei pochi potenti siesene in questo

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modo determinato.


Conseguita alle cose dette il fare una buona divisione intorno ai magistrati, di quanti cioè e’ sieno, e di che natura, e sopra che cose, come io ho detto innanzi; perchè la città non può fare senza li magistrati