Pagina:Trattato de' governi.djvu/90

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E di ciò si potrebbe dire che e’ se ne vedesse segno nella stessa cosa, conciossiachè le antiche leggi fussin molto rozze e barbare. Perchè i Greci allora andavano tutti armati di ferro; e comperavansi l’un dall’altro le mogli. E tutte le altre usanze, che in luogo alcuno si trovano dagli antichi ordinate per leggi, hanno molto del semplice, come è quella che si trovava in Cuma circa le uccisioni, che se l’accusatore d’un omicidio lo provava con tanto numero di testimoni del suo parentado, che il reo vi restasse colpevole. Ricercasi insomma da ogni uomo non quello, che è antico, ma quello che è buono. E è ragionevol cosa, che quei primi, o fossero eglino figliuoli della terra, o pure rimasti salvi da qualche mortalità, che e’ fossero nondimanco ignoranti, e simili agli stolti, come si dice ancora dei figliuoli della terra: onde essere disconvenevol cosa a stare ai loro placiti. Oltre di questo le leggi scritte non dover essere nulla di meglio, se elle stessero immobili; e avvenire nella civil facoltà non altrimenti, che nelle altre arti; dove è impossibile che tutti gli ordini vi siano esattamente scritti. Anzi la universale per necessità doversi mettere in iscritto; ma l’azione essere intorno ai particolari, onde per tal verso manifestarsi, ch’egli è bene rimutare certe leggi, e in certi tempi.

Ma considerando tal materia per un altro verso, parrà, che il rimutarle sia cosa da esser molto avvertita; perchè quando ciò sia e’ ne seguirà un picciolo bene, e l’avvezzarsi a rompere le leggi di leggieri sia cosa perniciosa. Ed è manifesto esser meglio sopportare qualche difetto, che sia nelle leggi poste, e nei magistrati; imperocchè chi le vorrà tôr via, non farà tanto giovamento, quanto e’ farà danno ad avvezzarsi a non ubbidire alle leggi.

E falso è qui l’esempio addotto nelle arti, non essendo