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140 | Arte etrusca. |
blioteca del Palatino; detto appunto l’Apollo del Palatino. Orazio ricorda i Tyrrhena sigilla, lavoretti in piccolo, di gentile fattura, cercati a gran prezzo 1.
Quantità di lavori di bronzo si sono raccolti negli scavi e nelle tombe d’Etruria; in questi bronzi si vede il progredire dell’arte, per il quale dallo stile rigido, detto egizio, si passa ad una maniera meno secca e dura, prossima all’arcaismo eginetico, e infine ad un fare più libero, sebbene non mai perfetto. In questi lavori le figure d’animali sono trattate con migliore stile, con intelligenza e buona imitazione della natura, laddove le figure umane sono assai spesso scorrette nelle proporzioni e di non belle fattezze.
Bronzi di stile arcaico rappresentano spesso divinità ritte, ignude, con lunga cappelliera simmetricamente disposta, con gambe congiunte e braccia strette al corpo, nell’atteggiamento dell’Apollo di Tenea; ovvero vestite, specialmente le divinità femminili, di abiti talari, spesso con quell’atto di sollevare un lembo della veste, che è pur frequente nei bassirilievi arcaici greci, di cui si sente ad ogni tratto un’influenza, voluta riprodurre quasi inalterata; o rappresentano figure votive, con braccia stese in atto di oranti e di offerenti; ovvero guerrieri con grave armatura, con alti elmi cristati, in atto di vibrar la lancia2.
Fra i più insigni bronzi etruschi oggi posseduti ricordiamo: Il Marte della Galleria di Firenze, trovato negli scavi di Vulci (v. Atl. cit., tav. XXVIII). È un guerriero con lo scudo imbracciato, con alto