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232 Arte romana.

pio sacro a Venere vincitrice. Fu eretto in Campo Marzio, ed era capace di quaranta mila spettatori. Al teatro, oltre il tempio di Venere, andava connessa la Curia di Pompeo, dove il senato alcuna volta raccoglievasi, e dove Cesare fu ucciso. Formavasi così un vasto complesso di edifizî in uso della religione, della vita politica, degli spettacoli. Il disegno di questo teatro e di parte degli edifizî con cui era connesso vedesi nell’antica pianta di Roma dei marmi capitolini.

Da questa, ed ancora dalle descrizioni e da altri indizî, è provato che, come il dramma romano è d’origine e di forme greche, così il teatro romano altro non è se non la riproduzione, nelle linee generali, del teatro greco (ved. Atl. cit., tav. XL. N. 1)1. Principale differenza fra l’uno e l’altro stava in ciò che nel teatro romano erano più grandi e più robuste le costruzioni architettoniche, invece il teatro greco solitamente veniva costrutto a piè d’un pendio naturale del terreno con opportuna elevazione del luogo riserbato agli spettatori; mentre nel teatro di Pompeo, e in generale nei teatri romani, ordinariamente eretti dentro la città sopra terreno piano, era necessario un corpo d’edifizio di substruzione, che sostenesse le gradinate decrescenti (ved. tav. 48), e il porticato che coronava il sommo dell’edifizio, come vedesi nel teatro di Marcello e nell’anfiteatro Flavio; perciò

  1. Ved. sui teatri in generale: Fr. Wieseler, Theatergebäude und Denkmäler des Bühnenwesens bei den Griechen und Römern, Göttingen, 1851; Scip. Maffei, Dei teatri antichi e moderni, Verona, 1753; Öhmichen, Bühnenwesen nell’Handbuch di Iwan Müller; W. Dörpfeld- E. Reisch, Das griechische Theater, Roma, Loescher, 1895. Una bibliografia molto copiosa sui vari teatri ho cercato di riunire nel lavoro: S. Ricci, Il teatro romano di Verona, Venezia, 1895, Memorie dell’Istituto di Scienze, Lettere ed Arti).