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Pagina:Trattato di litografia.djvu/33

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il dominio dell’ispirazione; e nella sua ignoranza, ripudia il detto sublime di Buffon: Il genio è l’attitudine alla pazienza.

Dopo questa breve escursione sul dominio dell’immaginativa, devo presentare al lettore quanto riguarda la scoperta ed i progressi della litografia. Storico coscienzioso, ho attinto a tutte le sorgenti dove credetti trovare documenti positivi, lessi quanto si è pubblicato a questo scopo in Allemagna ed in Francia; mi resi a Monaco, dove consultai gli uomini che conobbero Senefelder, che vissero seco lui, che furono testimoni de’ suoi sforzi e de’ suoi lavori, che furono suoi associati. Di tutti i fatti che raccolsi e che trattai colla critica che mi parve la più adatta, composi questo sunto storico, che avrei voluto più completo; ma sventuratamente regna ancora su certi punti una grande incertezza, che temo non si giungerà mai interamente a dissipare.

Le persone che sembrano meglio istrutte a Monaco, non son d’accordo sul nome di quegli ch’ebbe il primo l’idea d’impiegare le pietre per la stampa. Gli uni ne danno il vanto a un vecchio venerando, allora professore alla scuola dei cadetti; altri l’accordano a Senefelder. La causa di questo dissenso fra le opinioni di coloro che furono quasi testimoni del fatto su cui sono discordi, sta in ciò, che bisogna distinguere due periodi nella scoperta della litografia, due arti per così dire in una sola. Dapprima le pietre furono lavorate ad imitazione delle tavole in legno, cioè a rilievo. Si delineavano con un inchiostro grasso le note o i caratteri che si volevano stampare, poi si cuoprivano con un acido che rodeva le parti nude abbassandone il livello; e così si rendeva in rilievo quello che dal grasso era stato protetto. In tal modo preparate, le pietre potevansi stampare col solito metodo, non annerendo che i caratteri sollevati. Questo metodo così differente da quello che s’impiega oggidì in litografia, è fondato sulla composizione chimica della pietra di Solenhofen. Ed è per questo motivo che si può incidere sul guscio dell’uovo, che è della stessa composizione chimica della pietra litografica. Scrivete sulla scorza d’uovo con del sevo fuso, lasciatelo penetrare; s’immerga l'uovo in un acido debole, come sarebbe l’aceto; in breve la parte scritta apparirà in rilievo, e sarà nitidissima. — Quest’esperienza, che ognuno può ripetere, si trova descritta in opere antichissime.

Sul primo servirsi delle pietre per la stampa regna qualche oscurità. E certo che l’idea di produrre dei rilievi su pietra per mezzo d’un acido, risale assai indietro. Esiste a Monaco, al museo della scuola gratuita di disegno, un astrolabo ottenuto col mezzo suindicato, che porta la data del 1580. Si vede anche nel gabinetto reale d’antichità a Monaco, una gran tavola rotonda, in pietra di Solenhofen, sulla quale sono rappresentati in rilievo, i ritratti degli antichi duchi di Baviera, con parecchie iscrizioni e una