Pagina:Trento con il sacro concilio et altri notabili.djvu/280

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[Corpi d’Alachi, e del Diacono Senone come trattati.] Il Corpo d’Alachi spogliato, e fatto in pezzi come fellone si lasciò preda alle Fiere: là dove quel del Diacono, che per publica salvezza volle perire, fù d’ordine regio sepolto con grand’honore. Così andò la Palma del Rè Cuniperto; così venne la sconfitta del Duca Alachi, costretto lavar co’l sangue la reità di più nera, e perfida ingratitudine.

Al re Guerre si fecero da’ i Duchi Longobardi di Trento, come quella d’Istria seguita prima sotto il Duca Evino, & altre doppo, che qui non toccarò, perche lontane.

[Fuga de Longobardi da Trento per Carlo Magno.] Per l’arrivo dell’Imperatore Carlo Magno, che ultimamente, come dissi, scacciò d’Italia i Barbari, doppo la presa del Rè Desiderio a Pavia, ò sotto Vercelli, non si vidde à Trento Guerra: ben sì rotta, e fuga de’ Longobardi, che tutti al calor di quelle Armi giuste, & Auguste si dileguorono; restando la Città, e Trentino distretto sotto gl’Imperatori di Germania in alta pace.

[Turbolenze d’Armi, contro la Chiesa di Trento.] Passato poi il Dominio ne’ Vescovi, per l’Imperator Conrado secondo, continuò la Città, e Chiesa di Trento nella sua quiete, fin’al tempo del Vescovo Adalpreto, ò Adalberto secondo, il primo, che havesse travaglio d’Armi nella sua Chiesa. Nacquero le turbolenze, per quanto scorgo, à causa d’alcuni Popoli sollevati in lungo l’Adice, e di Regoli congiurati in Val di Lagaro, dove in particolar si tenevano forti li Castrobarcensi, Feudetarij del Trentino Vescovo.

Non si legge veramente, al dir di Pincio,