Pagina:Trento con il sacro concilio et altri notabili.djvu/33

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Trento 29

Ginepro Pasta d’aromati. Li Fornelli per riscaldarle, sono fatti di Creta à color verde per lo più, e si vedono sorgere à misura delle stanze grandi, e piccioli in foggia di Piramide, ò di Torre.

[Stufe quanto utili.] E per dir il vero, l’inventione delle Stufe non può essere più propria, ò meglio intesa, perche se stando al fuoco, ne si scaldano perfettamente le membra, ne ponno operar’ alla libera, obligate guardar’ il camino con pregiudicio anche dell’occhio; nelle Stufe, godendosi l’ambiente caldo, s’ha campo di far le funtioni della vita senza punto d’incommodo, e con tutta libertà. E le povere genti in tal modo passano l’Inverno tutto senza freddo con poca spesa di Legne; e men di Drappi. [Oppositione alle Stufe.] Ne altra oppositione io trovo à queste Stufe, parlando in genere, se non che, quando siano scaldate senza modo, come si fà da’ Tedeschi communemente, è forza, che la Testa vi s’infiammi, e si distemperi. Quindi malamente vi ponno durar gli Italiani, che han dell’adusto, e non son’ avezzi; oltre di ciò, dilatandosi li Pori del Corpo tra quel caldo racchiuso, nell’uscir poi fuori all’aria aperta, si corre pericolo di Pleuritide, ò à tutto meno di sfreddimento.

[Caldi in Trento, come si passino.] I caldi poi che à Trento si possano far sentire, si passano d’ordinario co’l ritirarsi à i Masi in Collina, ò sù le Montagne, trà quali si nomina Pinè, e si frequenta, come pur’il Covelo, e Sovramonte: se bene stando anche in Città, quando non sia acceso [come tal’hor avviene] il riverbero