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536 | Trento. |
me. E sito ameno, e singolar di Caccia; mentre racchiuso trà i due Laghi stessi vien’à essere come un Serraglio per la Preda. E soggetto questo Colle à i colpi di fulmine, ne si sà bene il perche: se non fosse, che l’Acqua de’ due contigui Laghi uno più grande dell’altro somministrano al Sole la materia. [Strano caso di fulmine.] Anzi vengo d’intendere per cosa miserabile: ma vera, che d’una tal Famiglia per anco in essere tre Fratelli. non è molto, rimasero tutti in diverso Luogo, e Tempo fulminati: benche io, essendo stato sù’l Luogo per giustificar un tal fatto, non lo trovassi in bocca di quei di Tena. Quando ciò sia, (come credo) se si debba tribuir’à Caso meramente fortuito, ò à più alta Causa, non lo sò dire. L’Imprecatione di Saetta, che tal’hor si dà da’ Genitori contro de’ Figli, potrebbe quì far figura. Mà in ogni modo questo Caso hà molto dello strano, e prodigioso, & se non altro, fà grandemente paventar’i Giuditij di DIO.
[Origine del Fiume Brenta suo corso, e termine.] Dal Lago poi di Levico, e di Caldonazzo nasce la Brenta, Fiume, che doppo havere scorso la Val Sugana, bagnando il Borgo; indi la Val Bruna trà Solagna, e Campesio, e fatto il Ponte di Bassano, portasi alla Volta di Padova, da dove con flusso, e reflusso di Navigatione giunge nel Mar’ Adriatico. Del Fiume Brenta, in Latino, Medoacus, cantò il Tasso:
Corre la Brenta al Mar tacita, e bruna.
[Pianura di Cerè come notabile.] Et io rivenendo al Tratto di Cerè, dirò per fine esser’ in questa Pianura, che seguì l’Accampamento, e general Rassegna delle Genti de’ Rustici in tempo di quella lor tumultuaria Guerra contro Trento l’anno 1525. che si notò.