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576 | Trento. |
tuffi, e Lumache non ordinarie. Queste in particolar sù’l tener d’Avio, si trovano così grandi e pingui, che si vendono fino tre Fiorini il cento; e quattro, ò cinque solo faranno il peso d’una libra; sono perciò in credito appresso le Corti di Germania, e anche d’Italia.
[Tartuffi quali in Val di Lagaro.] Li Tartuffi vengono de’ più eletti sì per grandezza, e duritie, come per fragranza, e per qualità di macchia nera, perfetta; essendovene anco assai di bianca, mà non è la buona.
[Funghi, e Tartuffi, come si generino.] Non si scoprono quì à naso d’Animali Porcini, come si fà sù’l Parmeggiano, ma si rintracciano à occhio di certi Huomini ben prattici del sito, e naturalezza della Terra, ch’è d’ingravidarsi di tal Frutto al tuffo massime, e odore del medemo, secondo, che quà, e là vien portato dal Vento. Quindi un Tartuffo, che nasca in un Luogo, ne haverà sempre de gli altri poco lungi; essendo, come spetie di Fungo sotterraneo.
Amano il terreno leggiero, e dove siano piantati Roveri. Sù’l tener di Pomarolo in particolar’ e di Salteria vengono i Tartuffi, e in quantità: benche però si vendano molto cari à ragion di peso, e di grossezza. [Qualità, e prezzo de’ Tartuffi.] E tal’uno, che pesava una libra, costò un Ongaro. Servono d’ordinario per la mensa de’ Prencipi d’Alemagna, & uno de’ passati anni se ne mandò per più di 100. Ongari alla Dieta di Ratisbona, dove si pagano à tutto prezzo.
In fatti il Tartuffo par, che sempre nascesse, per servir’ al Palato de’ Grandi; mentre cavo da Svetonio, che fin’ entrasse alla Mensa de’ primi