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poscia sopraggiunse l’arianesimo a turbare la loro unitá, il quale prevalse spezialmente fin dal principio presso gli ostrogoti e la famiglia degli Amali. Non meno crudele nemico spuntò altresí l’unnico nembo dal Caspio e dal Caucaso, travolgendo e schiantando nel suo passaggio gl’interi popoli e le piú numerose nazioni. Cogli unni s’accompagnarono i bulgari, che dall’Armenia s’erano distesi lungo il Caspio fino al Volga; ed or voltavano il corso alle rive del Tanai e del Danubio. Gli alani furon tra’primi, che sentirono il braccio degli unni; ma tosto si congiunsero con essi a guerreggiar nell’Europa orientale, ove ottennero un gran tratto di paese, che chiamossi l’Alania, tra la Dacia e la Sarmazia.

Per quell’urto si ruppe nuovamente la Dacia, come avvenuto era ne’ tempi di Decebalo e di Traiano. Gli ostrogoti ariani rimasero sotto il governo de’ principi Amali; ma i visigoti obbedirono a parecchi de’ loro pilofori od ottimati, e principalmente a quelli della schiatta gloriosa de’ Baiti. Non so quali resistenze si fossero dagli ostrogoti opposte al fiero nemico; ma essi caddero tutti nelle sue mani, e gli Amali tremarono innanzi all’unnico re Belamiro, contro il quale nondimeno ardi levarsi Vinitario. Piú lunga riusci la difesa de’ visigoti, che rizzarono il gran muro contro gli unni; ma fu invano, ed altra speranza non balenò lor nella mente, che di passare il Danubio, chiedendo un asilo a Valente Augusto nelle provincie dell’imperio. Cosi fecero, sotto la scorta de’ Baiti e di molti loro pilofori, non che d’Ulfíla. salutato lor vescovo. Trasportarono seco enorme copia di ricchezze: le donne soprattutto possedevano un cumulo incredibile di monili e di tappeti, e li prodigarono sovente per ottener la protezione degli avari e codardi officiali dell’imperatore, che non tralasciavano di vessar con sempre crescenti soprusi la visigotica gente fino a che questa non aspirò alla vendetta. E l’ebbe sanguinosa e terribile, mettendo in fuga le legioni e bruciando vivo in un tugurio di Tracia lo stesso imperatore Valente. Fu opinione, che Ulfila per piacere a quel principe ariano, avesse nell’atto di passare il Danubio indotto i visigoti a professare l’arianesimo.