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dei primi popoli barbarici 137


11. Ulfila, inventore od allargatore del gotico alfabeto, pose la sua stanza nella Mesia, ed illustrossi principalmente per la traduzione da lui compita delle sante scritture. I suoi visigoti, vincitori di Valente, devastarono per lunga stagione l’imperio; combattuti sovente con vario successo ed il piú delle volte comperati dall’oro dagli Augusti d’Oriente. Divenner piú arditi sotto i deboli figliuoli di Teodosio. Arcadio dovè temerli sovente fra le stesse mura di Bizanzio, ed Onorio, che dimorava in Ravenna, li vide arrivare in Italia sotto le bandiere d’Aiarico de’ Baiti da un lato; dall’altro vide i vandali, gli alani e gli svevi precipitarsi nelle Gallie, poi nella Spagna, portando lo spavento e la strage in ogni luogo di quelle sventurate provincie. Alarico alla fine s’impadroní di Roma; né solamente l’Italia ma l’uno e l’altro imperio tremarono all’annunzio d’una catastrofe, che parea si poco credibile: pur il visigoto usci dalla cittá dopo alquanti giorni, e, nell’atto di concepire i piú vasti disegni contro l’Affrica, fu colto dalla morte in Cosenza. Il suo cognato e successore Ataulfo accettò le proposte di collegarsi con Onorio Augusto, e d’andar così nelle Gallie come in Ispagna per discacciare i vandali, gli alani e gli svevi. Aprissi allora dopo quella di Barcellona la splendida reggia di Tolosa, ove dimorarono i re visigoti della famiglia de’ Baiti, che a mano a mano acquistarono tutta la Spagna, sgombrata dagli alani e da’ vandali, a cui maggiori destini concedettero il dominio sull’Affrica e sopra Cartagine.

In Tolosa la civiltá visigotica e la lingua d’Ulfila si rinfrescarono e rinverdirono mercé le discipline romane, mentre gli ostrogoti gemeano sotto l’unnico peso, divelti dalle lor danubiane sedi e trasportati nelle vaste solitudini d’oltre il Boristene fino al Tanai. Berimundo degli Amali ebbe onta di quel viver malvagio, e si riparò non conosciuto col suo figliuolo Unnimundo in Tolosa. Qui convenivano molti e molti popoli, o perché vinti da’ visigoti o perché imploravano la loro amistá; qui da tutte le Gallie s’alfoltavano i romani piú insigni per l eloquenza e pel sapere, trovando facile accesso nella reggia ed ottenendovi non di rado gli onori e le dignitá. Ma ciò che