Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/165

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— Sarà necessario ch’io ti risarcisca un poco delle spese che hai fatto per me, vorrei offrirti di più, ma tu accetterai il buon cuore...

S’avvicinò quindi ad una piccola scrivania, ne trasse una busta, che certamente era già stata preparata, e me la porse.

— Io non sono venuto per mendicare del denaro! — esclamai in un impeto di ribellione — Sono venuto per vederla e per prendermi quella piccola parte della sua tenerezza, alla quale ho diritto, mamma, null’altro.

— Mariano... sei... sei collerico come tuo padre! — balbettò ella scoppiando in un pianto dirotto.

Allora mi sembrò che il rimorso mi soffocasse, mi gettai in ginocchio dinanzi a lei, le baciai le mani, le baciai il lembo della veste, ma un grande specchio stava in faccia a noi e mentre io studiavo, con ansia, il suo volto per vedervi ricomparire un dolce, indulgente sorriso, m’accorsi ch’ella vi si mirava per rilevare forse quanto le lagrime l’avessero alterata...

Io mi sentivo diventare un giudice inesorabile e avevo ribrezzo di me e della mia suscettibilità morbosa e pur non ero capace di vincermi...

Ella mi sollevò con una certa bontà e accorgendosi dell’amarezza che mi trapelava nuovamente dal volto, si sforzò di rasserenarsi e di dirmi qualche amorevole parola; ma a me parve che nel suo segreto ella attribuisse la cagione del mio turbamento alla goffaggine dell’educazione