Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/174

Da Wikisource.

— 166 —


— Partirò domani, — risposi laconicamente, con un brivido d’orrore per la menzogna alla quale non ero capace d’associarmi.

Ella mi porse la mano, io le diedi tremando la mia, la diedi ai miei fratelli, m’allontanai vacillante, colla mente in disordine.

L’uomo può rassegnarsi a qualunque disillusione ma il dolore d’aver perduto la fede nella propria madre è un dolore mortale.

L’universo m’appariva scolorato, tutto mi si oscurava dinanzi, le più dolci speranze della vita sembravano sommergersi in un mare di dubbiezze, e la donna che avevo tanto sognato anch’essa nei miei vaneggiamenti giovanili, discendeva, discendeva, nella fosca caligine dell’incredulità. Dal fondo dell’esser mio io sentivo sorgere ribelli pensieri. io sentivo il freddo cinismo minacciare e invadere la mia ragione.

Mi ridussi spossato all’albergo e, come la notte in cui avevo inteso per la prima volta che mia madre era circondata da un’altra famiglia, mi buttai sul mio letto, in un impeto di desolazione e piansi tutte le lagrime degli occhi miei. E come allora, verso l’alba, il desiderio di vederla aveva assorbito e vinto tutte le mie pene, così adesso, ad un tratto, una visione confortatrice mi apparve, e la serena e onesta figura di Anna Jorio s’impose alla mia esaltata fantasia, con un’efficacia salvatrice. Sentivo ch’ella sola avrebbe potuto redimere la mia anima dall’oscurità profonda in cui