Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/274

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Un rumore di ruote, un suono di voci e di campanelli distolse presto il giovine dal suo raccoglimento. Non aspettava nessuno, quel giorno, e rimase sorpreso vedendo entrare il segretario che esclamava con premura:

— Signor direttore, forestieri, forestieri!

— Chi sono?

— Due signore, e la cameriera. Non le ho mai vedute. Vengono da Firenze.

— Sarà la marchesa Aparia. Avrà anticipato. Le apra la sala, io scendo subito.

Rose non era solito d’aspettare che i bagnanti fossero saliti nelle loro camere: egli li accoglieva sempre sulla porta di casa, come ospiti suoi propri e senza distinzione di classe o di censo. Quel giorno, tuttavia, la sua sollecitudine consueta era commista ad una certa trepidanza, e, mutata la giacca di tela che portava con un vestito nero, egli s’avviò, senza fretta, per ricevere le nuove arrivate. Quando comparve nel salotto ov’esse riposavano, la più anziana gli venne incontro con molto garbo, presentandosi:

— Cristina Aparia. Ho il piacere di parlare col dottor Rose?

Il giovine s’inchinò cortesemente.

— Arrivo prima del convenuto. Volli approfittare d’un lieve miglioramento nello stato della mia figliuola... Ero così impaziente di trovarmi qui che