Pagina:Turco - Impressioni e ricordi di Bayreuth.djvu/3

Da Wikisource.

241


IMPRESSIONI E RICORDI DI BAYREUTH


L’itinerario più diretto dall’Italia a Bayreuth tocca due città della Germania così mirabili per le opere d’Arte che contengono, così attraenti per la loro forte vita intellettuale, che forse indarno si cercherebbe altrove un mezzo più efficace a preparare degnamente lo spirito per l’audizione dei drammi musicali di Wagner. Una di queste città è Monaco che anche in estate, quando le sale filarmoniche e i teatri principali sono chiusi, ci fa gustare, nei suoi concerti popolari, con ottime orchestre, le più belle pagine di musica che siano state scritte, che ci offre il destro di studiare, nella sua pinacoteca ricchissima, l’Arte antica germanica e fiamminga, e in due interessanti esposizioni (il Glaspalast e la Secession) i tentativi, gl’intendimenti e i progressi della moderna pittura internazionale: l’altro è la medioevale Norimberga, la Cronaca murata ove Hans Sachs cantò, ove Alberto Duro seguendo la scuola di Wolsemuth divenne più grande del grande maestro, ove lo scalpello di Adam Kratft e di Veit Stoss e le superbe fusioni di Peter Vischer eternarono complicate fantasie di nordici ingegni, ove le cattedrali gotiche richiamano al pensiero le produzioni simfoniche e le fontane, le cappelle, le tombe sembrano emulare il sapiente intralciamento dei contrappunti musicali quasi fossero ispirazioni di Bach irrigidite nel legno, nel marmo, nel metallo.

La mente addestrata dallo studio di questi elementi estetici, dinnanzi al Biilhnenfestspiel di Bayreuth ch’è il più largo e più geniale derivato di essi, si sente innalzare liberamente a volo in un campo luminoso.

Iean Paul deplorava, un giorno, con profetico animo, che non fosse ancor sorto l’uomo capace di essere il poeta della propria musica, e a Bayreuth, nel tranquillo ritiro da lui prescelto per gli anni cadenti della vecchiaia, doveva trovare la sua apoteosi il duplice artista già da tanti letterati illustri sognato.

Se l’ambiente artistico dei srandi centri era forse stato una volta l’aspirazione di Wagner, il caso, facendogli eleggere la vecchia città dei margravi, qual gelosa custode a tante speranze, favorì tuttavia un intimo istinto che gli faceva desiderare il suo teatro lontano dalle distrazioni, circondato da un raccoglimento austero e profondo.

Dal momento in cui la grande idea prese forma, dal-Giorno memorando in cui, sotto gli auspici gloriosi della nona Sinfonia, la prima pietra dell’edifizio fu collocata sulle alture ormai celebri della Hohe Warte, uno stuolo di fidi amici e discepoli si strinse intorno al maestro, meditando, in quella quiete claustrale, l’opera sua, lottando per essa con nobile disinteresse, con sincero entusiasmo come da una inespugnabile fortezza.

È allegra la piccola città bavarese e abbellita da palazzi e da giardini; durante il tempo delle rappresentazioni wagneriane, le sue vie spaziose sono animatissime per il lieto andirivieni dei forestieri, ma al visitatore essa non offre che lo spettacolo interessante di quella singolare società cosmopolita che un solo scopo attrae ed affascina, l’ombra tranquilla dei parchi che cingono le sue ville del Settecento, e la bellezza ricreatrice d’un largo paesaggio ondulato di facili colli verdeggianti e, chiuso all’orizzonte dai pittorici Fichtelgebirge, il vanto dell’alta Franconia.

Il pensiero, da null’altro mai allettato o distolto, sì concentra su quella collina vestita di boschi e dominata da una colonna commemoratrice della guerra franco-prussiana ove sorge da vent’anni, imponente nelle sue limitate proporzioni, nella sua attica semplicità il teatro con cui il maestro alemanno ha potuto realizzare, almeno in parte, il suo nobile concetto del dramma musicale, coadiuvato in giusta misura dalle Arti sceniche ed imitative.

Gl’infiniti e dolorosi ostacoli che S’opposero così accanitamente a quella realizzazione, il crescente convincimento che, nel mondo intellettuale soggiogato, tiene dietro ora all’aspra battaglia, rivelano colla tarda ma sicura gloria, la grandezza dell’idea ribelle alle meschine tirannie del convenzionalismo, presaga forse di «tivoluzioni sociali che dovranno modificare o mutare lo scopo dell’Arte. Al genio solo serba l’umana vita tali lotte e tali vittorie.

La moda, la vanità, il desiderio dell’insolito potranno forse attrarre a Bayreuth una piccola parte del numeroso pubblico che vi accorre, colla fede di chi compie un pellegrinaggio nelle più elevate regioni del bello. il rimanente degli spettatori si compone di artisti d’ogni nazione, di letterati, di Galnieio ch ammiratori ferventi, di personaggi altolocati.

Quando, nel pomeriggio dei giorni estivi, il sole, ancor alto all’orizzonte, ride tra le frondi dei tigli e degl’ippocastani, prestando uno spe-