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e, chiamandola col nome leggendario di Notung1, la cui fanfara raggiante echeggia.

L’eroismo si fonde coll’amore, i fratelli si riconoscono ma non possono piú svincolarsi dal loro quasi soprannaturale destino e nel fascino irresistibile della natura che infiamma l’affetto d’estasi nuove, la patetica scena è portata a un delirio d’entusiasmo e di tenerezza infinita, mentre l’orchestra, nei misteriosi suoi cenni già parla di dolore e sacrifizio.

Passato il prim’atto, questa seconda giornata dell’Anello del Nibelungo èédominata dalla nobile e tragica figura di Brunilde, fra nove la figlia pr ediletta diWotan, la primogenita delle Valchirie ch’egli procreò con Erda, onde percorressero il mondo e dai campi di battaglia gli recassero al Walhalla, pendenti dalle selle dei loro focosi destrieri, ‘il fiore degli. eroi,a sostegno del minacciato potere.

La guerriera fanciulla ci appare nel second’atto, sull’alto d’una rupe, in tutta la sua verginale e cavalleresca alterezza, rivestita di corazza e coll’elmo alato, mentre le irrompe dal petto il grido selvaggio delle Valchirie.

Hunding insegue i Velsi e Wotan impone a Brunilde di sostenere Sigmundo nell’inevitabile pugna, ma Fricka, fiera custode della fede coniugale, irritata ed imperiosa, lo induce a distogliere la sua protezione dai colpevoli amanti, onde Wotan al riapparire della Valchiria con Grane il suo fido cavallo, dopo lunghe confidenze sull’asprezza del destino che lo lega colle proprie leggi, che lo vincola colle divine indissolubilità delle cose, che lo rende lui dio, «men libero di tutti» mutando avviso, le ingiunge a malincuore di pugnare per Hunding.

Lo sfogo di Wotan colla figlia ha un’epica grandezza che potrà rimanere incompresa alle prime audizioni ma che finirà per imporsi.

I fuggiaschi non tardano a giungere: tormontata dai rimorsi e delirante, Siglinda cade svenuta fra le braccia del suo compagno. Col tema dell’interrogazione al destino che riapparrà poi molte volte, Brunilde esce da una caverna, armata di scudo, di lancia e con una mano appoggiata al collo del fido Grane e, avanzandosi altera, s’affaccia al tragico gruppo per annunziare a Sigmundo la morte e il glorioso destino che serba il Walhalla agli eroi.

La bella apparizione, la sibilla del fato, grave ma serena porta seco il fascino delle immutabili eterne cose e la musica si sublima insieme alle sue parole. Ma il Walhalla ove Siglinda non può essere ammessa, non esercita alcuna seduzione sull’anima amante di Sigmundo, egli disdegna le eterne ebbrezze che la sua fedele non potrà dividere, pronto, se la sorte debba essergli infida, a piaritarle in seno la spada che due vite colpirebbe. La Valchiria, inesorabile dianzi, presa ora da pietà profonda per quell’infelicissimo amore, e diventando, per la pietà, umana e soavemente donna, si drizza coraggiosa contro il volere paterno e promette la sua egida al Velso.

Già s’odono lontani squilli di corno, Hunding Ss’appressa con una feroce chiamata, Sigmundo adagia dolcemente sopra un masso la sua donna assopita e muove alla pugna. Il cielo s’oscura, guizzano i lampi, serosciano i tuoni, la folgore desta Siglinda, un bagliore illumina, sopra una vetta, i due combattenti, verso i quali ella tenta indarno di’slanciarsi; la Valchiria protegge col suo scudo il Velso, ma Wotan al colmo della collera interviene, fa volare in ischeggie la spada di Siomundo che tosto soggiace, poi con una parola disdegnosa atterra anche Hunding, mentre Brunilde seguita dalle acerbe e frementi parole del padre, fugge traendo seco la desolata Siglinda.

Cosí si compie anche sui colpevoli fratelli, per il torto primo del loro padre, il necessario effetto della maledizione d’Alberico. Al terz’atto la tela s’apre dinnanzi ad un roccioso culmine alpestre, il colle delle Valchirie. Otto fanciulle guerriere che, si finge, debbano giungere sui cavalli alati fra le nubi lampeggianti, vi si riuniscono a poco a poco chiamandosi le une colle altre per recarsi al Walhalla. Armate di scudo e di lancia, stanno in virile e fiero atteggiamento. L’orecchio alquanto pago di monodie, ne accoglie con trasporto il canto simultaneo e selvaggiamente armonico, dominato da un tema orgoglioso, interrotto spesso dalle loro risa vibrate, dal loro grido esultante, mentre l’orchestra descrive, con imponente efficacia, lo spirito turbolento delle mitiche creature, le loro scorrerie vorticose nell’aere ‘agitato dalle bufere.

Brunilde sola mancava al convegno, ma anch’essa è ricomparsa, recando seco in sella non già un eroe, bensí la tramortita Siglinda. E non vedendo altro scampo alla salvezza di lei, dopo averle consegnato i frantumi della spada di Sigmundo, dopo averla esortata ad essere forte, coraggiosa per il grande eroe che porta in seno e ch’ella si compiace di nomare Siegfried, l’avvia verso la selva di Fafner, sicuro borgo contro l’ira di Wotan, Il tema eroico del Velso Sigfrido ha risuonato per la prima volta in orchestra; la fuggente ha pronunziato le parole d’addio: «Te benedice il dolore di Siglinda» il cielo s’oscura, la bufera s’appressa, Brunilde aspetta, con angoscia, in mezzo alle trepidanti sorelle, il padre aspramente corrucciato che la vien cercando sull’ali dei.venti.

Wotan annunzia alla Valchiria costernata il suo ripudio, la sua cacciata dal Walhalla. Indocile figlia, divelta dal ceppo immortale, ella sarà condannata a sottomettersi all’uomo, a sacrificargli la propria bellezza a subirne il capriccio e gl’insulti. Addormentata in magico sonno sopra una roccia apparterrà a quel ra-

  1. Notung da Not: necessità — affanno — pericolo.