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la fanciulla straniera 31


Anna ritrasse la mano con un certo sgomento. Malvina e Dorabella tornavano e subito le sparsero sulle ginocchia i piccoli fiori bianchi e rosa ond’ella, più paziente, ne formasse dei mazzolini. Ma la fanciulla stava con gli occhi perduti come in un’interna visione e solo a stento riesci a vincersi e a soddisfarle.

— Non partire, te ne supplico, non partire! — insistette ancora Decio a bassa voce, mentre s’avviavano verso porta San Giovanni ove la carrozza li stava aspettando.

Ella gli rivolse un sorriso appassionato, in cui era insieme all’ardente trasporto dell’anima un’ombra grave di arcano dolore.

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Quella sera donna Ortensia si mostrò concentrata e taciturna al desinare. Ella osservava furtivamente i due giovani e le pareva di riscontrare nel loro contegno, nei loro sguardi, nelle attenzioni speciali di Decio la conferma d’un sospetto strano che da più giorni la veniva tormentando. Se le circostanze finanziarie della sua famiglia l’avevano costretta ad accettare la mano d’un ricco industriale, ella esigeva che Decio ne rinnovasse con cospicue nozze il prestigio.

Mai prima le era balenato alla mente, colle idee che professava, che potesse invaghirsi di sua cugina, della figlia d’un professore tedesco, per giunta medichessa e scrittrice. Ora il solo dubbio di quel pericolo le dava la febbre, la rendeva fredda e quasi dura colla nipote. Però non era donna da lasciarsi intimorire dagli ostacoli, anzi ella aveva subito e chiaramente meditato un piano di battaglia. L’esperienza fatta sulla propria sorella le aveva insegnato che la contraddizione rinfiamma il sentimento. Stimò quindi inopportuno l’assalire Decio di fronte, ma, conoscendone i principi e la suscettibilità, stabilì di ricorrere al mezzo subdolo e preventivo della demolizione e d’insistere nelle critiche acerbe che fin dai primi giorni le erano sfuggite su certe abitudini virili e sulla carriera di Anna.

Con la fanciulla si riservava di parare il colpo direttamente, all’ora propizia.

I fratelli de’ Rosas avevano fissato di fare il giorno seguente una gita in automobile ai castelli con la loro cugina e con miss Sutton, ma donna Ortensia, all’insaputa di Decio, s’era data premura a ciò vi prendessero parte anche il marchese D’Origo con la famiglia, un paio di giovinotti e due o tre signore inglesi venute a godere un po’ di primavera a Roma. Ella sperava che