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32 la fanciulla straniera


questa combinazione inaspettata, procurando a suo figlio un ritrovo prolungato con Simonetta, favorisse indirettamente i suoi desideri.

Così avvenne che Decio, per un naturale riguardo, dovesse invitare la fanciulla a prender posto con la madre nella propria vettura, e Anna, Dorabella e miss Sutton salissero in quella del marchese D’Origo, mentre il resto della brigata li precedeva in una grande Panhard.

Sebbene la compiacenza di Anna fosse in gran parte scemata per un sì crudele disappunto, ella non potè a meno di subire l’incanto di quei luoghi ammirevoli. A Frascati era uno splendore di sole e di verde. Nelle ville antiche, un po’ abbandonate, le rose novelle mettevano un festoso ricordo di giovinezza. Il viale dei cent’olmi parve alla fanciulla un sogno fantastico di leggenda. Soltanto a Grotta Ferrata, quando le signore vollero visitare il convento dei monaci basiliani per ammirarvi i begli affreschi che vi dipinse il Domenichino esiliato, ella potè parlare con Decio. In quel minuto fuggevole, insieme lessero sul portale antico la severa scritta: “O tu che entri, lascia fuori il grave tumulto dei pensieri onde tu possa presentarti degnamente al giudice che vi sta.„

— Io non posso lasciar fuori il tumulto dei miei pensieri, lo porto sempre con me.... — disse il giovane mentre ella gli passava dinanzi.

La comitiva si raccolse tutta in un bosco presso Marino, la città pittoresca per eccellenza, onde gustarvi una ricercata colazione alla quale ciascuno aveva voluto offrire il proprio contributo.

Mentre i chauffeurs s’affaccendavano a stendere le tovaglie sull’erba, a disporre i seggiolini, a vuotare i canestri, e miss Sutton, assistita da Dorabella e da un giovanottino imberbe, presiedeva ai preparativi, Anna, non vista, s’allontanò nel fitto della boscaglia. Ella doveva studiare il passo per non calpestare le pervinche, le viole, gli anemoni. I gorgheggi delle capinere e degli usignuoli sembravano cascate di perle cristalline. La pace era profonda e armoniosa. A un tratto il suo nome echeggiò da lontano:

— Anna, Anna ove sei? Aennchen, perchè ti nascondi così?...

Quella voce aveva ima speciale tenerezza che la fece sussultare, come se una mano l’accarezzasse.

— Vi è tanta gente, Decio!... la società mondana toglie alla natura la sua serenità confortatrice. Ho cercato la solitudine.