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la fanciulla straniera 39


— S’io consentissi, sai tu quante lotte, quanti terribili ostacoli dovresti affrontare?

— Non lo so — disse il giovane con un atto di sdegno —: sento che per l’affetto avrei il coraggio di affrontare il mondo.

— Strano! e hai tanta paura delle mie... inclinazioni! E s’io mi rifiutassi?

— Direi che l’amor tuo non è completo, Anna.

— E se questa preghiera, come la chiami e che resta pur sempre una condizione, mi facesse pensare lo stesso di te?

— Il caso è diverso.

— Perchè sei un uomo? perchè ti attribuisci il diritto di esigere?

— Anna, tu ragioni troppo. Il sentimento deve spaziare in un campo più ideale. Credilo, gl’istinti virili aboliscono la grazia della donna e la vostra grazia è una cosa divina! Essa governa il mondo!

La voce del giovane prendeva sempre più quell’accento carezzevole e insinuante che alla donna sembra una dolcezza, ma che è in fondo un irresistibile impero.

La fanciulla sollevò i limpidi occhi azzurri ed essi incontrarono uno di quei sorrisi profondi che sembrano affermare l’interna corrispondenza delle anime e che le rendono obliose del momento che passa. Il sordo antagonismo di quelle due tempre s’arrestò dinanzi alla voce prepotente insieme e pietosa della natura.

Egli attrasse con atto invincibile sul suo petto la testina bionda, lumeggiata d’oro, che vi posò alcuni secondi come smarrita nell’amorosa languidezza d’un involontario abbandono. Anna sentì un fremito di fuoco sulle labbra tremanti e tremando rispose. Ma fu come un lampo. Balzò in piedi, atterrita dal pensiero di perdere la ragione, non turbata da quel bacio che le pareva sacro.

— Non mi dici nulla? sei così incerta ancora? Anna, Anna! — insistette il giovane con violenza vedendo che la fanciulla tornava a chiudersi fieramente in sè stessa.

— Oggi non posso Decio, domani... domani risponderò.

— Perchè non adesso? è così difficile?... Anna tu non mi vuoi bene!

— Molto più di quanto tu possa sapere e credere, Decio. Ora va, te ne supplico... va!...

*

*  *

Ella rimase gran tempo colla testa fra le mani, sperduta.

Si sentiva soffocare, un cerchio di ferro la stringeva alle tempie. Le pareva che qualche cosa si sprofondasse entro di lei, ohe il suo cuore si vuotasse tutto, restando esulcerato.