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4 la fanciulla straniera


— È una fanciulla moderna, di questo ne convengo — mormorò Decio.

— Molto moderna. Lo presentivo e d’altronde l’avevo capito anche dalle sue lettere. Non so quale vantaggio ne trarranno le tue sorelle. Sei tu, col tuo sentimentalismo che l’hai voluta! Dopo tutto è mia nipote e, all’occorrenza, non mi farò riguardo di parlar chiaro.

Decio non insistette perchè sapeva che non era facile compito il lottare con sua madre. D’altronde era un po’ sconcertato egli stesso dalle idee di Anna.

Quando, dopo un’ora, la fanciulla riapparve nel salotto al braccio di Malvina, ogni più lieve traccia del viaggio era in lei svanita; tutta la persona spirava un’aria di fresca e balda salute giovanile, una tranquilla coscienza di sè, non priva d’alterezza, ma scevra di spavalderia. Il suo vestito nero da sera, d’una semplicità signorile, rivelava l’eleganza un po’ nordica, un po’ rigida e molto pura delle forme, i capelli biondi, abbondanti avevano dei riflessi d’oro come se li lambisse un raggio di sole.

— Vieni qua, cara fanciulla, lascia che ti guardi meglio! — disse donna Ortensia, attraendo a sè, con studiata amorevolezza, la nipote — non somigli affatto a Irene, sei l’immagine di tuo padre!

— La mamma mia era molto bella... la ricordo, sebbene avessi soltanto tre anni quando la perdetti! rammento d’aver veduto anche lei, zia, al suo letto di morte...

— Dopo, non vi siete più incontrate — deplorò Decio, con una certa amarezza.

— Sì, sono ventidue anni, ma che vuoi, la zia ha molto sofferto anch’ella e le combinazioni della vita si frappongono spesso in più allettanti propositi — soggiunse gentilmente la fanciulla, vedendo che il dialogo rischiava di farsi un po’ scabroso.

Figlie d’un patrizio romano, che più del censo poteva vantare il nome illustre, Irene e Ortensia erano cresciute d’indole opposta e così diverso era stato il loro destino. Irene, la minore, intelligente, generosa, un po’ fantastica, s’era invaghita di Arnoldo de’ Wittov, un giovane annoverese di passaggio a Roma per certi suoi studi di filologia, e a superare, dopo lunga, aspra prova, le difficoltà che la famiglia opponeva al matrimonio, più dell’invincibile amore aveva giovato la sua salute da quel contrasto in modo assai grave compromessa.

Positiva, calcolatrice, forse non del tutto sprovvista d’ingegno, ma molto arida di cuore, Ortensia, soffocando il nativo orgoglio,