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casa fu tutta un silenzio, m’avvicinai allo studio di Gozzoli che in quell’ora soleva vegliare leggendo i suoi poeti classici entro quei quattro muri coperti d’incisioni celebri, suoi unici tesori, e senz’aspettare che rispondesse, mi precipitai nelle sue braccia implorandolo, fra i singhiozzi, di dirmi la mia storia. Il buon uomo mi guardò stupefatto, finse d’andare in collera, volle rimandarmi colle brusche, per cavarsi d’impaccio, ma le mie lagrime, forse le prime che dall’infanzia mi vedesse versare e che cadevano cocenti sulle sue mani raggrinzate, lo vinsero e, interrompendosi spesso per una mal repressa commozione, egli narrò:

— Volevo attendere qualche anno ancora onde tu fossi preparato ad accogliere un grave segreto e degno di custodirlo, prima di rivelarti tutto quello che hai diritto di sapere sulla tua origine e sui tuoi... ma tu mi previeni con tale insistenza che non posso tacere più a lungo.

Hai indovinato, Mariano... la tua nascita non fu regolare... non impallidire, ragazzo mio e non giudicare troppo severamente chi ti diede la vita... Le creature più rette vengono talvolta fuorviate dalla passione, e tu sei un figlio della passione... Quando nascesti i tuoi genitori non poterono sposarsi per assoluta mancanza di mezzi. Tua madre apparteneva ad una numerosa famiglia, tuo padre domandava indarno un appoggio dall’arte sua. Un capriccio della sorte avrebbe saputo battezzare giustamente col nome d’innovazioni certi suoi arditi tentativi che la fortuna, obliosa dei modesti, lasciò giacere incompresi nell’ombra.

Una malattia violenta lo fulminò sul fiore dell’età... tu allora avevi appena due anni, ma egli s’era privato di molte cose per mantenerti in campagna, a Marino, ove passasti la prima infanzia, lo sai. Sai anche che tuo padre ed io eravamo intimi amici: alla mia amicizia egli t’ha affidato insieme al suo segreto e io non cesserò d’essergli riconoscente di questa fiducia. Dopo averti legalmente riconosciuto al suo letto di morte, mi diede l’incarico di vendere quanto possedeva e di raggranellare un piccolo peculio per il tuo sostentamentoe peri tuoi studî. Mi raccomandò insistentemente d’ispirarti l’amore dell’arte, che gli fu sacra sopra ogni cosa e di sollevare il tuo pensiero verso i più puri ideali della vita; mi ripetè più volte

che t’insegnassi a disdegnare le volgarità

dell’opportunismo; in poche parole, mi espresse la speranza che tu divenissi un sincero artista e la ferma volontà ch’io facessi di te un uomo fieramente buono. La vendita dei suoi quadri ebbe un risultato abbastanza lusinghiero. La morte li aveva abbelliti allo sguardo del pubblico, sempre bisognoso d’indiretti incitamenti, la voce che parlava dal sepolcro di cose alte e belle, in mezzo alla putredine del trionfante naturalismo, commosse qualche raffinato buongustaio. Piacquero molto il suo «Funerale del suicida» la sua «Sant’Agnese» i paesaggi dell’Umbria... i prezzi salirono, e, per non venir meno alle sue ingiunzioni, io dovetti abbandonare tutto, tutto ai compratori... Raccolsi quindi al tuo piccolo patrimonio, e com’egli mi aveva ordinato l’adoperai in parte per sopperire alle spese del tuo soggiorno a Marino e a quelle dei tuoi studî presso gli artisti; poichè tuo padre le accademie non voleva nemmeno sentirle nominare... l’altra parte te la consegnerò quando avrai compiuto i ventiquattr’anni. T’assicuro che mi sono separato a malincuore da quelle belle tele... ah! se non fossi stato così povero!... Mì rincresceva sovrattutto per te, cui non ho potuto serbare che la testina che hai appesa nella tua cameretta e che rammenta un poco...

— La mamma! Oh! Dio mio! parlatemi di mia madre! esclamai ansiosamente.

— Tua madre...

— Oh parlate, parlate per pietà!

— Un’altra volta...

— No no, adesso, adesso! è viva dunque, è viva?

— Sì è viva.

— Dove, dove...

— Lontana da qui... in Piemonte...

— Dunque?

— È maritata.

— Maritata!...

— Un anno dopo la morte di tuo padre ella fu chiesta in isposa da un ricco signore, un banchiere da quanto credo... Prima di partire ella venne segretamente da me, mi disse che aveva confidato tutto a quel signore e ch’egli, impietosito delle sue triste circostanze intendeva desistere dal suo proposito, ma esigeva tuttavia la promessa che non gli parlerebbe mai di te, che tu non appariresti mai nella loro vita comune..

— Ella promise!

— Accettò e promise...

Mi pareva che il mio cuore cadesse, mi