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Pagina:Turco - Salvatrice.djvu/9

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simo, il cielo d’una serenità perfetta, solo una nebbia leggera fasciava la curva maestosa dell’ nizza Alcune tele molto bianche si staccavano in lontananza sul chiarore opalino e 1 pali color cinabro dello stabilimento balneario formavano la sola macchia sulla tranquilla immensità del mare. Due ondate dolci, monotone solcavano lo specchio nitido dell’acque: una era orlata d’azzurro smagliante, l’altra, più vicina, più bassa e glauca, veniva a deporre regolarmente sulla sponda una palla di schiuma che con vicenda uniforme si scioglieva in candidi fiocchi. Le alghe segnavano una sottile listerella di trasparente smeraldo là ove l’onda veniva blanda a morire. Solitudine e silenzio ovunque.

To sedetti sulla rena tempestata di conchiglie perlacee, gentili avanzi di vite spente che il mare getta, sdegnoso sulla sponda.

Un’ora dopo un vecchio straniero e una fanciulla, camminando lentamente, in ammirazione del paesaggio, passarono dinanzi a me. Egli era bianco di capelli, ella bionda e il suo velo turchino rialzato sulla fronte tremolava nella brezza marina e pareva sempre «+ involarsi. Un pescatore, entrando fino al ginocchio nell’acqua:

ancor fredda, vi s’ìmmergeva, vi si tuffava quasi, per raccogliervi le cappe lunghe, 11 pane della giornata. Forse indifferenti altrove, quelle tre figure, disegnandosi, nella loro forte ii nei sullo sfondo grandioso e sublime, contenevano tutto l’ardore d’un soggetto d’Arte.

T forestieri sì dileguarono e io rimasi ancora, inconsciamente, ad aspettare.

Poco tempo dopo, una leggiadra figurina di donna apparve da lontano. Ella portava una gran pianta di cardo selvatico, e seguiva adagio adagio la spiaggia raccogliendo conchiglie. Ebbe un momento d’esitanza, poi venne innanzi n verso di me, con gli occhi fissi al mare Io ricordai ilvestito scuro, il piccolo mantello, il cappello velato di bianco e la riconobbi subito: era Anna Jorio. Ci salutammo, io non senza turbamento, e mentre passava, le rivolsi audacemente la parola:

— Signorina Iorio, non mi permette di scambiare un saluto con lei in questa nostra comune ammirazione?

Ella si volto collo sguardo un po’ fiero e il volto soffuso d’incarnato, sì fermò un istante e disse:

— Buon giorno.

Quella voce profonda e dolce aveva un lieve accento di rimprovero ma io le domandai egualmente:

— Le piace molto il mare, non è vero?

— Oh immensamente! Mi piace tanto che ci sono venuta così sola perchè la mia amica non poteva accompagnarmi...

— La signorina non dimora a Venezia?

— Oh no.

— Una breve fermata allora?

— Brevissima. Buon giorno! e passò oltre.

Non so che cosa 10 provassi nell’anima.

Nessuna donna vi aveva mai lasciato quelJÒ Impressione di sicurezza insieme e di soavità. Mi pareva che se avessi potuto prenderle una manina e farla sedere accanto a me sulla rena, in faccia al grande mare, se avessi potuto narrarle la storia della mia vita e scorgere una lagrima nei suoi profondi e ardenti occhi neri io sarel stato felice...

M’ostinai ad aspettarla al ritorno, sulla spiaggia di Santa Elisabetta.

Due vaporini partirono senza ch’ella venisse. Dopo una lunga aspettazione ella, apparve, finalmente da lontano, col suo passo svelto e leggero.

S’affrettava, Saffrottava verso il pontone ma quando vi giunse, il terzo battello aveva glà salpato cfilava rapido verso la, città. Ella s’atfacciò alla ringhiera, e volgendosi spontaneamente:

— Già partito! esclamò con vivo rammarico, ma come si fa, era così bello, stasera, il mare!

Il suo volto esprimeva tuttavia una grande contrarietà ed 10 pensai con amarezza d’esserne la cagione principale. Ma, a poco a poco, ella sembrò rassicurarsi e parlammo insieme, interrottamente, del paesaggio che ci stava dinanzi.

Ella lo conosceva benissimo e m’andava dicendo:

— Vede quel bosco brullo e quel campanile che s’erge tutto bianco fra le case rosse? È San Nicolò. E laggiù San Pietro di Castello coi suoi camini e i suoi alberi di nave? e poi quel fino e vaporoso frastaglio dei giardini? non sembra un brano d’Qrichico.

E nominava le cupole e i campanili, tutta in estasi per la riva degli Schiavoni: uno sfavillamento di colori+sui quali pioveva dall’alto, armonizzandoli, una luce bianca, quasi irreale.