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350 DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE.
Sempre natura, se fortuna trova Discorde a sé, come ogni altra semente Fuori di sua region, fa mala prova «. —
Colui, lo cui saver tutto trascende, Pece li cieli; e die’ lor chi conduce, Sì ch’ogni parte a ogni parte splende,
Distribuendo ugualmente la luce 2 — .
Lo ben che tutto il regno che tu scandi Volge e contenta, fa esser virtute Sua Provvidenza in questi corpi grandi ».
CLXXXIV. Tanto, e non più d’influenza Dante concede alle stelle, che sono per lui Deità Intelligenze ministre della Provvidenza, e simiglianti tutte alla Fortuna. —
Con l’altre prime creature lieta Volve sua spera, e beata si gode.
Vostro saver non ha contrasto a lei : Ella provvede, giudica, e persegue Suo regno, come il loro gli altri Dei: * —
« che sono i Numeri , gli Ordini , e le Gerarchie ( d’Angeli ) ; » movitori delle stelle de’ cieli. E però dice il Salmista : I cieli » narrano la gloria di Dio^. » — Or, stando alla teoria de’ Pi- tagorici, com’ è riferita da’ primi Padri della Chiesa Cristiana, Dio sta tutto quanto nella circonferenza dell’ Universo, so- praintendendo a quanto vi si genera, presente a ogni cosa e a ogni tempo , dispensatore provido della virtù sua su le cose esistenti e loro illuminatore dal Cielo , padre di tutti , mente ed anima di tutta la circonferenza e di tutti i moti dell’Uni- verso ®. Alla teoria Pitagorica, così fatta cristiana, rispondono le parole di ser Brunetto ; e queste più chiaramente :
E pili lo ingegno affreno, eh’ lo non soglio,
Perchè non corra, che virtù noi guidi: Sì, che se stella buuna, miglior cosa
M’ ha dato il ben, eh’ io stesso noi m’invidi 1.
La supposizione che Dante fidasse nell’efficacia delle specula- zioni e de’ calcoli dell’ astrologia, ne facesse espediente di poesia, facilita senza dubbio il lavoro agli interpreti ; ma scon- nette in un subito la ragione filosofica e la teologica e la poe- tica dell’Autore. Chi tocca l’una, disturba le altre ; quand’esso
1 Paradiso, Vili, 139-141.
2 Inferno, VII, 73-76.
3 Para Uso, Vili, 97-99. i Inferno, Vii, 85-95.
5 Convito, pag. 114.
6 Cleinens Alexandrinns, Àdmonitiones ad gentes, pag. 47*
7 Inferno, XXVI, 21-24; e qui dietro, sez. XLVIII.
DISCORSO