Pagina:Una famiglia di topi.djvu/116

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capitolo sesto. 107

fame, o per desinare si rosicchia un pezzo di legno tarlato; ci addormentiamo vivi, ma senza sapere se ci sveglieremo più.....

— Perchè? — fece Moschino con la pelle accapponata.

Il topo comune si guardò attorno sospettosamente; poi disse piano, col terrore negli occhi, queste due parole:

— I gatti!

— Ce n’è di molti? — chiese, piano egli pure, Moschino.

L’altro fece un segno alzando il muso, che voleva significare: — Senza fine.

— E.... anche qui?

— Tre. Uno soriano, poi, un vero demonio incarnato, è il terrore di tutti.... S’è divorata quasi intera la mia povera famiglia, mio padre, mia madre, la mia topa, i miei bambini; mi rimangono un fratello e un cugino soltanto. —

Mentre i due nuovi amici stavano così di-