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non lo avrebbe nè anche degnato d’una risposta, se le circostanze fossero state diverse. Ma lì, in quel tristo luogo dov’era capitato per caso, gettatovi dal temporale, stimò una fortuna di poter barattare due parole con qualcuno della sua razza, e s’affrettò a rispondere:

— Io sono Moschino dei conti Sernici, originario delle Indie. Mi trovo qui, a dirti la pura verità, perchè son fuggito di casa mia, volendo conoscere il mondo. Ma.... ho veduto che fa cattivo tempo nel mondo, e.... —

Non finì la frase per superbia, non volendo confessare che già s’era pentito della sua scappata.

L’altro, però, gli lesse nel pensiero e dichiarò:

— Nel mondo, noi poveri topi si sta male assai. Si va errando per tutti i luoghi più brutti, più sudici, più pericolosi. Gli uomini, se c’incontrano, ci schiacciano con un piede, peggio che se fossimo vipere; si soffre la