Ma tu pure hai bel viso e pelle fina:
Sei forse figlio di qualche sovrano?
Hai qualche cosa, in faccia, di guerriero:
Su via! dimmi chi sei: parla sincero.»
E il topo gli rispose: «Oh! ma tu solo
Non mi conosci su tutta la terra:
Io sono Rubabriciole, figliuolo
Di Rodipane, eroe famoso in guerra.
Mia madre è Leccamacine, che nacque
Dal re Mangiaprosciutti.» E qui si tacque.
Poi ripigliò: «Fu il legno la mia culla,
E fui nutrito di cibi squisiti
Come le noci e i fichi. Or dunque, nulla
C’è tra noi di comune. E tu m’inviti
A diventarti amico? Si potesse!
Ma le nature non sono le stesse.
Tu stai nell’acqua: io mangio un po’ di tutto,
Il pan bianco e odoroso de’ cestini,
Le focacce col sesamo, il prosciutto,
E, avvolti nella rete, i fegatini,
E il cacio fresco, e i dolci, e quanto viene
Servito all’uomo nelle illustri cene.
Non temo la battaglia; e ben che sia
L’uomo tanto feroce, io salgo ardito
Fin nel suo letto, e con l’astuzia mia