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136 | una famiglia di topi |
Li coglierem di dietro, e giù dall’alto
Li spingerem nell’acqua a fare un salto.
Così, poi che nuotare essi non sanno,
Bisognerà che affoghino, e in un punto
Ci sarem liberati d’un malanno,
Ed un trionfo avremo agli altri aggiunto.»
Le rane, udendo ciò, s’armano in fretta
Come il bisogno urgente a ognuna detta.
Spoglian tutte le malve delle foglie,
E le cingono a guisa di gambiere;
Chi bietole, chi cavoli raccoglie
Per farne o scudo, o corazza, o brocchiere;
Chi strappa un giunco e la lancia s’appresta;
Chi pone un guscio di lumaca in testa.
A questo punto Dodò tacque, perchè era l’ora del pranzo. Quel giorno, la contessa stava meglio assai, e volle che i topini mangiassero sul letto con lei. Tutti si portarono molto bene, e non insudiciarono nulla, perchè Dodò aveva minacciato di non seguitare il racconto, se i topini mancavano alle regole della buona creanza.