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presso il nonno paterno, ricco signore un po’ bislacco, che lo adorava a segno da minacciar di continuo la signora Delpiano di diseredare il nipote, s’ella non glielo lasciava vicino il maggior tempo possibile.

La vedova, che il nonno non vedeva di buon occhio perchè, a parer suo, aveva portata sventura al figliuolo ch’era morto dopo appena due anni di matrimonio, doveva, pensando all’avvenire di Vittorio, rassegnarsi a star tutto quel tempo priva del suo bambino; e lei si consolava passando molte ore in casa Sernici, dove i ragazzi, per il gran bene che le volevano, erano giunti perfino a chiamarla zia; e carezzava, carezzava Nello, come s’egli fosse la creatura di lei.

Quando finalmente Vittorio tornava, si faceva festa, una vera festa del cuore; tutti ridevano, s’abbracciavano, godevano come poche volte si gode nella vita.

Quell’anno, quando il piccolo Delpiano la-