Pagina:Una famiglia di topi.djvu/168

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capitolo ottavo. 159


Facendosi strada tra la gente li raccolta, raccattò, tremando, la sua topina, e la riportò in casa.

Un filo di sangue colava di tra’ dentini ambrati della povera creaturina, e le arrossava il pelo fino alla pancia. I baffi lunghi e setosi le pendevano sul nasetto pallido e anch’esso stillante sangue dalle narici contratte; gli occhi erano vitrei, e d’una tristezza nuova: la tristezza della morte.

Vittorio, livido in viso, non ostante che sua madre tentasse ogni via di consolarlo, guardava fisso, senza dir parola, la povera Ninì, che gli s’irrigidiva in mano.

Di scatto, si buttò sur una poltrona, con la testa nascosta, e scoppiò in un pianto convulso, che parea lacerargli il petto.

La notte ebbe un febbrone e dovette starsene in letto due giorni.