Pagina:Una famiglia di topi.djvu/34

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capitolo primo. 25

ormai quieta. Quell’acqua le aveva dato al pelo una lucidezza che non si era mai sognata; quella cipria dall’odor soave di violette le metteva addosso un benessere fin allora sconosciuto. Che cari bimbi que’ suoi padroncini! Che gentile signora quella contessa, la quale avvezzava i figliuoli così pieni di pietà per tutti gli esseri piccoli e disgraziati! Dio, certo, ama anche i poveri topi, creati da Lui, come tutta l’immensa famiglia dell’universo!

Così doveva ragionar Caciotta, mentre, dopo il suo primo bagno, s’abbandonava a chi sa quanti pensieri, e finiva di pettinarsi e di ripulirsi da sè, passandosi rapidamente le manucce su e giù per il nasino roseo e per il collo, leccandosi e morsicchiandosi il ventre, il dorso e la coda.

Ragù, quand’ella ritornò nella paniera imbottita, dov’egli l’aspettava, quasi non la riconosceva più. Nella loro lingua topesca si